WEDDING PLANNER: ALLA RICERCA DEL RICONOSCIMENTO PROFESSIONALE 

Parlando di riconoscimento professionale, la mente va subito ad Albi od Ordini. In Italia, però, per aprire un’attività di Wedding Planner è sufficiente aprire una partita Iva con Codice At.Eco. 96.09.05. Non esistono altri requisiti nel nostro paese per svolgere la nostra professione, pur essendo una professione complessa e che necessita di ampie competenze.

Ormai pensiamo sia chiaro a tutti che la mission principale della nostra Associazione è ottenere il riconoscimento” della professione di Wedding Planner. Ma cosa intendiamo con “Riconoscimento professionale”?

WEDDING PLANNER: un professionista senza albo 

In Italia i e le Wedding Planner non hanno ancora un “riconoscimento professionale”. Ciò significa che non esiste un albo o un ordine di categoria a cui riferirsi. Se così fosse, infatti, tutti i dati ed i nominativi di coloro che hanno una partita Iva con Codice At.Eco. 96.09.05 (“Organizzazione di feste e cerimonie”) verrebbero raccolti in uno specifico registro (l’albo, appunto) che li abilita e autorizza ad esercitare la professione. L’iscrizione all’albo sarebbe quindi obbligatoria. E, l’iscrizione, inoltre, sarebbe soggetta alla verifica del possesso non solo di specifici titoli di studio, ma anche di comprovate esperienze lavorative, del superamento di un esame di Stato e al possesso di determinati requisiti morali.

Ebbene, tutto questo, per i Wedding Planner, non esiste. Quindi, per assurdo, è sufficiente aprire una partita Iva con Codice At.Eco. 96.09.05 ed il gioco è fatto.

In questo scenario così aleatorio, in cui chiunque può definirsi “Wedding Planner” semplicemente aprendo una partita Iva è indubbio che si renda necessaria una regolamentazione seria e autorevole.

LEGGE 4/2013: la regolamentazione delle professioni non riconosciute

La legge n. 4 del 14 gennaio 2013 (‘Disposizioni in materia di professioni non organizzate’) è l’unica legge italiana che regolamenta le professioni non riconosciute (cioè non organizzate in ordini o collegi di categoria).

Per il professionista senza albo, inoltre, non è obbligatoria l’adesione ad un’Associazione di categoria e questo consente, quindi, di esercitare la propria attività in “autoregolamentazione”. Al massimo, se resa cogente dalla normativa (in fase di giudizio in Cassazione), deve rispettare eventuali normative tecniche elaborate da UNI – Ente Italiano di Normazione (vedi più avanti) (art. 6 “Autoregolamentazione volontaria”).

Vediamo ora nel dettaglio cosa vuol dire appartenere ad un’Associazione di categoria e chi è e cosa fa UNI.

WEDDING PLANNER: le Associazioni di Categoria

Il non essere obbligatorio, per un professionista, aderire ad una Associazione di categoria rende il settore dell’organizzazione matrimoni una vera e propria giungla, dove ognuno opera in completa autonomia e, purtroppo spesso, senza un minimo di etica verso i clienti e la categoria stessa (basti pensare, ad esempio, a presunti “Wedding Planner” che offrono la consulenza completa gratuita, o a coloro che si trovano con ricevimenti disastrosi perché la persona da loro ingaggiata, non professionista, non ha previsto un adeguato piano B).

A rendere la cosa ancora più imbarazzante ci si mette anche la normativa italiana, per cui, pare, il riconoscimento professionale non sembra essere necessario.

La legge n. 4 del 14 gennaio 2013 prevede, infatti, l’esistenza di più Associazioni, di natura privata, a cui possono aderire i professionisti senza albo, come i Wedding Planners. Le Associazioni non hanno l’esclusiva sulla professione e ciò permette, quindi, l’esistenza di più Associazioni per la stessa figura professionale.

È necessario qui sottolineare come la nostra Associazione Wedding Planner Italia sia però l’unica Associazione per Wedding Planner Professionisti su tutto il territorio nazionale a non avere scopo di lucro (non vendiamo corsi di formazione, non vendiamo certificazioni o attestati vari) e ciò rende la nostra mission principale chiara e cristallina.

L’elenco delle Associazioni per professionisti senza ordine o collegio viene fornito dal Ministero dello Sviluppo Economico.

UNI – Ente Italiano di Normazione

UNI è l’Ente Italiano di Normazione ed è un’Associazione privata, indipendente e senza scopo di lucro che svolge attività di normazione tecnica (vale a dire che si occupa dello studio, dell’elaborazione, dell’approvazione e della pubblicazione di norme tecniche volontarie – le cosiddette “norme UNI” – in tutti i settori industriali, commerciali e del terziario, tranne nei settori elettrico ed elettrotecnico).

Per capire meglio di cosa si occupa l’UNI è interessante leggere questo estratto preso proprio dal sito web dell’Uni:

Se tutti sanno come fare le cose nel modo migliore, in tutti i settori, le cose funzionano e abbiamo un “mondo fatto bene”. Lo strumento per diffondere questa conoscenza sono le norme, anzi le norme UNI, perché è qui che UNI – Ente Italiano di Normazione entra in gioco. UNI infatti le elabora, le pubblica, le diffonde.

Le nostre norme sono ovunque nella vita quotidiana, anche quando non ne sospettiamo l’esistenza. È una norma a rendere sicuro lo scivolo per i bambini in un parco pubblico. È una norma a garantire la resistenza delle piastrelle della cucina per anni e anni. C’è una norma dietro un corso di formazione efficace.

Grazie alla legge 4/2013 l’attività di normazione dell’UNI assume un ruolo importantissimo per i professionisti senza albo o registro come noi Wedding Planner.

Da una parte, con l’art. 6 “Autoregolamentazione volontaria”, viene ammessa l’autoregolamentazione del professionista a prescindere dall’appartenenza ad una Associazione di categoria, magari esercitando in conformità alla normativa tecnica UNI. 

Dall’altra, con l’art. 9 “Certificazione di conformità a norme tecniche UNI”, viene ufficializzata la sinergia fra le Associazioni di professionisti e la stessa UNI, sinergia volta all’elaborazione di una normativa tecnica specifica per ogni singola attività professionale. Tutto ciò avviene attraverso sia la partecipazione ai lavori degli specifici organi tecnici sia inviando all’UNI i propri contributi nella fase dell’inchiesta pubblica, al fine di garantire la massima consensualità, democraticità e trasparenza.

Come nasce una norma tecnica UNI

Come visto, non esistendo un albo né un registro per il riconoscimento professionale ufficiale per Wedding Planner professionisti, negli anni, si è reso necessario avere un riferimento normativo certo e condiviso. La definizione di una norma tecnica UNI è esattamente quello a cui ogni Wedding Planner serio e coscienzioso aspira.

Il processo per la realizzazione della norma si suddivide in 4 fasi:

  1. la messa allo studio
  2. la stesura del documento/progetto
  3. l’inchiesta pubblica
  4. la pubblicazione.

Le norme tecniche UNI in Italia vengono elaborate da tutti coloro che beneficeranno delle norme stesse, vale a dire organi tecnici, commissioni, sottocommissioni e gruppi di lavoro. Tutte le parti interessate si riuniscono quindi per giungere insieme ad una soluzione da sottoporre successivamente ad una consultazione pubblica fino ad arrivare ad una definitiva ufficializzazione.

Le caratteristiche che le norme devono avere sono la Consensualità, la Democraticità, la Trasparenza e la Volontarietà.

È necessario, comunque, ribadire qui che una norma UNI non è una legge. Utilizzare una norma UNI è a discrezione dell’interessato, è quindi volontario. Vista la coralità di chi la dovrebbe elaborare, sembra poter essere una buona soluzione per dimostrare di voler esercitare in modo serio e professionale la propria attività.

Per maggiori dettagli rimandiamo al sito dell’Uni.

Le Prassi di Riferimento

Come detto poc’anzi, non esiste attualmente alcuna norma UNI né alcun progetto nazionale e internazionale relativi al riconoscimento professionale della nostra attività di Wedding Planner.

In casi come quello della nostra professione e per sopperire rapidamente quindi alla mancanza di norme tecniche ufficiali, UNI pubblica le “Prassi di riferimento”.

Le Prassi di riferimento sono dei documenti, scaricabili gratuitamente e garantiti da regole UNI, il cui contenuto rappresenta le esigenze dei vari soggetti di mercato. Non sono norme tecniche UNI, ma possono diventarlo se condivise da tutto il mercato.

Esse derivano da un rapido processo di elaborazione effettuato dalle parti economiche e sociali interessate e ciò avviene sempre in appositi Tavoli di lavoro e sotto il coordinamento operativo di UNI.

Le norme tecniche e le Prassi di riferimento che riguardano le attività professionali non regolamentate sono pubblicate sul sito Uni.

Prossimamente approfondiremo la prassi di riferimento relativa ai Wedding Planner attualmente in vigore in Italia.

Per avere maggiori informazioni su come associarsi a WPI Wedding Planner Italia, invece, vi invitiamo cliccare qui per trovare tutte le informazioni necessarie!

 

FONTI:

Legge 14 gennaio 2013, n.4 (pubblicata in Gazzetta Ufficiale 26 gennaio 2013, n. 22)

Ministero dello Sviluppo Economico

Uni