La crisi del settore matrimoni dopo i tutti i dpcm 2020

Questa mattina è andata in onda su Agorà l’intervista tenutasi con la nostra Presidente Silvia Daniele di Silvia Daniele Wedding Planner e la nostra Socia Patrizia Stanghellini di Colei Sposi a Verona riguardo la crisi del settore matrimoni causata dalla pandemia. Per esigenze della trasmissione, l’intervento di Silvia non è stato trasmesso in forma integrale, ma ci teniamo a condividere per intero la posizione dell’Associazione WPI. 

Per prima cosa, visto che sembrano essere le protagoniste di quest’anno, la prima domanda ha affrontato le cifre di queste conseguenze. In particolare Silvia si è concentrata su quanto ha inciso la crisi sul nostro settore.

I dati che abbiamo finora danno per persi nel 2020 almeno 70.000 matrimoni, con una perdita complessiva del comparto, stimata ancora a maggio, di almeno 26 miliardi (fonte), stima che sembra alta, ma che tiene conto anche dell’indotto e non solo dei costi crudi dell’evento. 

Ovviamente i numeri non hanno alcun significato senza traslarli sul reale. quindi: cosa significa per noi Wedding Planner?

Infografica sui numeri della crisi del settore matrimoni. 220.000 matrimoni nel 2019, matrimoni annullati nel 2020 almeno 70.000, perdita stimata in 26 miliardi di euro.

Significa aver perso il 99% del lavoro perché la nostra è una professione basata sulla programmazione.

Lo sviluppo di questa pandemia in primis non ci ha consentito di portare a termine quanto previsto per l’anno in corso, perché il 95% degli sposi ha deciso di spostare il proprio evento. Solo una piccola percentuale ha scelto di procedere col proprio matrimonio, ma parte di loro vede vanificata questa possibilità a causa dell’entrata in vigore dei decreti di ottobre 2020.

E quindi anche quei matrimoni che si pensava di completare e celebrare entro fine anno, con ogni probabilità verranno cancellati o spostati, vanificando almeno la prospettiva molto parziale di alcuni di noi di riuscire a realizzare qualche incasso nell’arco dell’anno. I Destination Wedding Planner, in particolare, si sono visti veramente annullare tutti i matrimoni, per questioni non solo legate ai decreti italiani, ma alla situazione internazionale, che complica ulteriormente la situazione. La crisi del settore matrimoni infatti è internazionale e fortemente condizionata dall’andamento della pandemia.

La problematica è chiara per tutti, ormai, ma è importante anche non solo sottolineare i problemi, ma anche contribuire con soluzioni, o almeno suggerimento. Come si sarebbe potuto fare questo nuovo provvedimento? 

Sarebbe potuto essere interessante stabilire una procedura a step progressivi, invece di scegliere un numero fisso valido per tutti. Potevano essere stabiliti protocolli più elaborati, sì più difficili da seguire, forse, ma che avrebbero permesso ai professionisti del settore di non fermarsi del tutto, e ai clienti di mantenere un minimo di fiducia nella possibilità di celebrare il proprio evento.

Si poteva tenere conto della capienza delle varie strutture, commisurando il numero di persone che possono presenziare ad un matrimonio sulla base della capienza della location stessa, utilizzando lo stesso criterio che si è usato per palazzetti e teatri, dove si è detto che la capienza massima è determinata in percentuale.

In aggiunta, avrebbero potuto essere previsti tamponi obbligatori e tutta una serie di norme, come la misurazione della temperatura obbligatoria, ad esempio, che permettessero lo svolgersi in sicurezza e in rispetto della legge dell’evento. 

Al microfono di Agora la presidente dell'Associazione WPI Wedding Planner Italia spiega la difficolta del settore matrimoni

Silvia Daniele, sulla sinistra, intervistata da Veronica Gatto e Giuseppe De Masi

Come abbiamo predisposto i protocolli per quei clienti che hanno deciso di celebrare, comunque, il proprio matrimonio quest’anno, così l’Associazione sarebbe stata assolutamente disponibile a condividere i tavoli di preparazione dei vari DPCM per la creazione di un protocollo che veramente fosse funzionale al settore eventi, pur mantenendo l’assoluta attenzione alla salute. Tutt’ora non ci tiriamo indietro come Associazione di categoria dal partecipare in modo attivo, e anzi, offriamo il nostro aiuto, perché crediamo che ognuno porti, nel proprio settore, una competenza specifica e delle conoscenze che sono difficilmente ottenibili da chi sta al di fuori di questo mondo.

Sarebbe stato anche il caso, sin dall’estate, implementare maggiori controlli per smascherare quelli che effettivamente non rispettano le regole, che sono poi quelli che vanno a penalizzare anche quelli che invece le rispettano, perché si fa di ogni erba un fascio.

Purtroppo siamo una categoria estremamente penalizzata. Anche se buona parte di noi ha ricevuto un contributo per i mesi di marzo e aprile, molti sono rimasti esclusi da quello di maggio perché è stato scelto di concederlo a chi avesse ricevuto una riduzione di fatturato nel secondo bimestre dell’anno rispetto al secondo bimestre del 2019. Il nostro è un lavoro che inizia a portare fatturato da maggio in poi (non per niente, da maggio a settembre è considerata la stagione dei matrimoni). È evidente che, oltre a non aver avuto incassi, in questo modo non abbiamo avuto neanche contributi. La stessa cosa vale per il credito di imposta sulle locazioni, perché i criteri per la sua concessione erano gli stessi e anche lì molti di noi non ne hanno potuto beneficiare.

Inoltre noi Wedding Planner ci sentiamo doppiamente penalizzate/i perché alla perdita di fatturato ed introito non è corrisposto un calo del lavoro da fare dietro le quinte:

spostare i matrimoni, o annullarli, sono ore ed ore di lavoro non retribuite in più, e inoltre ci siamo anche trovate a consolare le innumerevoli coppie di sposi provate dal punto di vista emotivo. Il valore di supporto morale di un Wedding Planner si trasforma, in questo caso, in un doppio peso emotivo e psicologico sul professionista, perché oltre ad avere le proprie preoccupazioni, si trova anche a supportare emotivamente i propri clienti, cercando sempre di trovare la soluzione migliore per loro, spesso a scapito di cosa sarebbe stato meglio per noi.

Il sacrificio dei professionisti del settore non può passare sotto silenzio, per questo noi dell’Associazione WPI ci facciamo punto, sin dalla prima ora, di essere una voce per i nostri colleghi. 

Continueremo a tenervi aggiornati sul futuro del settore, a voi chiediamo solo di seguirci e darci sostegno, e ci farà piacere se altri/e Wedding Planner vorranno unirsi a noi in questo impegno!

Per ascoltare la parte di intervista andata in onda, vi mettiamo qua il video del servizio dedicato alla crisi del settore matrimoni.

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Se vuoi conoscere la Storia della nascita di WPI leggi il nostro primo post!

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Costanza Bonelli Wp Toscana

Inserito da:

Costanza Bonelli

Magical Vows

Capolona (Provincia di Arezzo)

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